mercoledì 30 dicembre 2015

Cime tempestose, Emily Bronte

Ieri sera ho così concluso Cime tempestose. Avrei voluto scrivere direttamente ieri il mio pensiero ma la voglia di sedermi davanti al computer era veramente minima.


Di cosa parla Cime tempestose?
Cime tempestose narra la storia della famiglia Earnshaw, composta dal signor Earnshaw e moglie e dai due figlioletti, Catherine e Hindley. Un giorno il padre, di ritorno da un lungo viaggio, porta con se un povero bambino, Heathcliff, trovato fra le strade di Liverpool,  che da quel momento farà parte della famiglia. Non si integrerà subito con la stessa; avrà molti problemi con il fratellastro ma d'altra parte, si innamorerà perdutamente di Catherine. I due sono inseparabili...almeno finchè Catherine non si imbatterà accidentalmente nella casa dei Linton. I Linton sono una famiglia che abita vicino Wuthering Heights, presso Thrushcross Grange, composta, oltre che dalla signora e il signor Linton, anche da Edgar e Isabella. Da questo incontro, la magia che prima caratterizzava il rapporto tra Heathcliff e Catherine inizia a venire meno. La giovane si sposerà con Edgar; Heathcliff con Isabella. Dall'unione tra Edgar e Catherine nascerà Catherine ribattezzata Cathy per distinguerla dalla madre che morirà nel darla alla luce. Dall'unione tra Heathcliff e Isabella nascerà Linton il quale crescerà con la madre fino alla prima adolescenza per poi passare sotto la custodia dello zio alla morte della madre e infine, dopo esser stato reclamato da padre, sotto la sua tutela. Heathcliff cercherà di far unire in matrimonio in ogni modo possibile Cathy e Linton in modo tale che alla morte del padre di Cathy e dopo dello stesso Linton, entrambi dotati di salute cagionevole, fosse lo stesso Heathcliff a ereditare e a diventar padrone anche della dimore di Thrushcross Grange. Heathcliff non era di certo rimasto il ragazzo umile e di buon cuore che lo vedeva tale in tenera età. Sparì per ben tre anni dopo aver sentito di nascosto Catherine dire di lui che fosse un ragazzo non "preparato e a modo" quanto lo fosse il giovane Linton. Al suo ritorno sembrò essersi spogliato della veste di povero ragazzo di strada quale ere per mutare in uomo ricco, fermo e di gran portamento. A causa dei debiti di gioco di Hindley, divenuto padrone di Wuthering Heights alla morte del padre, è Heathcliff a diventare beneficiario della dimora. Ma fra i suoi piani di vendetta non c'è solo Wuthering Heights. La sua rivalsa sarà anche sulla stessa Catherine e così anche sull'intera famiglia Linton, E' così che sposa Isabella, approfittandosi dell'ammirazione che nutre nei suoi confronti per fare un torto ai signori Linton ed è per lo stesso motivo che vorrà il matrimonio di Cathy con Linton, così da sottrarre  la dimora di Thrushcross Grange e distruggere definitivamente il ricordo e il buon nome della famiglia Linton. Così sarà. Cathy si trasferirà tra le mura di Wuthering Heights; perderà la sua posizione e sarà trattata come una donna della servitù. Sembrerebbe una storia già scritta e finita, ma no, non lo è. La morte di Heathcliff e l'avvicinamento di Cathy all'altro cugino, Hareton (nato dal matrimonio di Hindley e Frances)  , le permetteranno di ricominciare a vivere e soprattutto, ad amare. Heathcliff sarà seppellito vicino a Catherine e molti abitanti del luogo credono di aver visto le loro anime aggirarsi per il paese.


E' stato veramente molto difficile riassumere così brevemente la storia, sia perchè si tratta di una narrazione molto più complessa, sia perché è stato un pò come sottrarre la magia dal romanzo. E' un romanzo che va necessariamente letto e che vi trasporterà in men che non si dica a Gimmerton, tra Wuthering Heights. Thrushcross Grange e la brughiera, tanto amata da Catherine e Heathcliff e anche luogo di sepoltura degli stessi. Che dire? E' un libro che ti cattura. Non ti stanchi di leggere; una pagina tira l'altra perchè sei proprio lì, in biblioteca con il signor Linton, a cavalcare un pony insieme a Cathy. La narrazione è attribuita a Nelly, figlia della governante che si curava un tempo della famiglia Earnshaw e dopo divenuta lei stessa goverante della nuova famiglia Linton e poi della famiglia Heathcliff. Questo perché ha sempre affiancato le due Catherine della storia, anche se è stata molto affezionata al signor Linton. Nelly racconta al nuovo affittuario di Thrushcross Grange le vicende che si sono via via susseguite nel tempo fra quelle mura, descrivendone minuziosamente i protagonisti e i sentimenti da questi provati. Il romanzo si apre con la storia d'amore tra Heathcliff e Catherine e si chiude con la stessa, ma non in forma terrena. Per questo possiamo definirlo un romanzo trascendentale, nel senso più apparente possibile, che vede l'amore oltre la morte. Ma io direi non solo così. Trascendentale perché l'amore tra Catherine e Heathcliff fa da cornice a un qualcosa di più profondo, Il romanzo non è, per me, dato dal mero coronamento dell'amore trai due, ma c'è molto altro. Heathcliff e Catherine sono lo strumento, insieme agli altri personaggi del romanzo, per analizzare sotto ogni punto di vista l'evoluzione dell'amore, visto in ogni sua forma: nascita, ossessione, vendetta, pazzia, morte e perchè no, anche la rinascita. La rinascita dentro la storia, nel momento in cui Heathcliff vede sbocciare l'amore tra Cathy e Hareton, e rivede in loro lui e Catherine; la rinascita "oltre la storia", in quanto il loro amore va oltre la stessa. Sicuramente e stranamente, quella che mi più mi ha colpita è stata la prima, il momento in cui Heathcliff rivede, una sera nel tornare a casa, negli occhi dei due cugini, Catherine e quello che loro sono stati. Heathcliff afferma che lo spirito di Catherine non lo ha mai lasciato , anzi, sempre tormentato, e alla fine della storia questa ossessione, si rivelerà essere anche la causa della sua morte. Lei, insieme al rimorso, probabilmente di non averla amata come avrebbe saputo...ecco, sono queste il vero tormento.
Prima di commentare con voi, qui, il romanzo, Heathcliff era un personaggio che non avevo inquadrato e che, anzi, aveva attirato ogni mia possibile antipatia, ma ora, capisco.
Heathcliff e Catherine
L'amore
Un libro che resta.

sabato 19 dicembre 2015

Tenera è la notte, F.S. Fitzgerarld

Dopo poco più di un mese, sono riuscita a terminare Tenera è la notte di Fitzgerarld. Come ho già anticipato nella mia pagina Facebook, ho trovato delle difficoltà nella lettura.
 Perchè mi chiederete?
Perchè. Perchè quando iniziai Tenera è la notte mi trovavo sentimentalmente segnata da Venuto al mondo. Al che decisi di gettarmi in qualcosa di meno impegnativo, possiamo dire, Dopo una veloce occhiata alla mia libreria, la mia attenzione è stata catturata da questo romanzo.

Inizialmente, le prime pagine, mi hanno molto appassionata. La vista sulle spiagge della Costa Azzurra di questa signorina Rosemary, nuova al mondo del cinema, alla fama, sempre in compagnia della madre, si è ben formata nella mia mente. Quando a questo si è poi aggiunta l'ingarbugliata relazione con l'uomo più desiderato della spiaggia di Antibes, Dick, la storia iniziava a farsi decisamente più intrigante. L'intreccio si è rilevato essere, nelle pagine successive, solo un pretesto per approfondire problemi più grandi, Problemi di coppia ma più precisamente, problemi con se stessi. Già. Dopo una prima parte della narrazione che vede una giovane Rosemary alle prese con la sua prima esperienza amorosa importante, Fitzgerald fa un salto nel tempo per analizzare l'evolversi della storia tra Dick e Nicole, la sua consorte. Si scoprirà tra i due vi fosse fondamentalmente un rapporto dottore-paziente, dal momento che Dick conosce Nicole perché sua paziente in clinica in Svizzera. Dick, psichiatra, la cura da problemi di schizofrenia generati da rapporti incestuosi avuti con il padre in tenera età, ma se ne innamora e malgrado tutti i pareri contrari dei suoi colleghi la sposa, Il matrimonio, con il tempo, si dimostrerà non essere basato su solide basi. Dick scopre di provare nuovi sentimenti, repressi per poter stare vicino alla propria compagna di vita. Sentimenti di passione, di rabbia, di frustrazione. La ricchezza di Nicole non aiuta perchè Dick sentirà sempre di non essere abbastanza, soprattutto nel momento in cui deciderà di aprire una nuova clinica e per fare ciò potrà contare solo sul patrimonio della propria consorte. L'incontro con Rosemary, l'abuso di alcol faranno di lui quasi un uomo fallito. D'altra parte Fitzgerald affianca al declino morale di un uomo la rinascita di una donna, Nicole, infatti, sempre trattata da malata, anche e sopratutto dal marito, scopre una propria femminilità, una forza interna che l'allontana dall'uomo con cui ha costruito una famiglia. Tutto nasce nel momento in cui scopre, pian piano, dei suoi tradimenti, ma anche nel momento in cui realizza che l'uomo che ha al suo fianco non è l'uomo di cui si è innamorata, Un uomo dedito all'alcol, un uomo che la trascura, un uomo che non l'ha mai amata nella sua femminilità,nel suo esser donna, Si allontana così dal pilastro della sua vita, dalla figura a cui ha affidato se stessa, i suoi pensieri, per cui si è annullata. Ad aiutarla in questo è Tommy, un uomo che l'ha sempre amata e al quale lei si concede in segno di una nuova vita, Decide di smettere di essere una paziente e iniziare a esser donna, con i suoi vizi, senza giustificazioni.

Fitzgerald ci pone, dunque, di fronte a due storie che si invertono con l'arco degli anni. Un uomo sicuro di sè che nel tempo scopre le proprie debolezze e una donna che rinasce da una vita  di debolezze e fa di queste il suo punto di forza. Per essere un romanzo pubblicato intorno agli anni 30 del novecento, molti sono i temi che potevano essere un tabù: l'incesto, la fine di un matrimonio, storie extra-coniugali. Eppure, qualcosa è andato storto! Nel leggere il romanzo non mi sono entusiasmata se non nelle prime pagine, Non mi ha coinvolto; non mi lasciato nulla. Molte sono state le volte che ho pensato di mollare, Ho resistito perché non mi piace lasciare la lettura di un libro incompleta. Ritengo un libro abbia sempre qualcosa da dire. Potrei non capire, potrebbe non piacermi, ma un libro ha sempre qualcosa da dire. E' la sensazione che ho provato per questo romanzo all'inizio, quando sentivo l'entusiasmo che mi veniva trasmesso da Rosemary e Dick, e che provo tutt'ora, quando penso che molto probabilmente non ho preso la lettura come avrei dovuto. Ho optato per Tenera è la notte per "staccare la spina", concedermi una narrazione meno impegnativa. Così probabilmente ho dato alla storia meno attenzione di quanta non ne meritasse, ma non credo che se mi fossi focalizzata maggiormente ne sarebbe uscito qualcosa di diverso. La scrittura è impeccabile, lo stile eccezionale, e le premesse erano pure ottime! Però, ahimè...non è scoccata la scintilla! Non vorrei il fatto di aver letto il romanzo in un momento di stand-by, come sopra accennato, e lo stress per lo studio si fossero accavallati per impedirmi di comprendere realmente la storia! Ma qualcosa mi dice ci sia più di questo e semplicemente, le cose non abbiano funzionato. A volte capita e bisogna accettare pure questo. Chissà che una nuova lettura, in futuro, senza pensieri per la testa e con un pò più di attenzione non cambi le cose. Il tempo cambia sempre le cose, soprattutto le prospettive e con queste il modo di leggere. Forse non ero pronta; forse la Mazzantini ha distrutto in me ogni eventuale capacità di farmi coinvolgere in un romanzo e così sono rimasta sulle mie, però per il momento questo è quanto. Scrittura eccelsa, capacità di analisi introspettiva dei personaggi brillante, ma non è stato abbastanza!


sabato 7 novembre 2015

Venuto al mondo, Margaret Mazzantini






 Titolo: Venuto al mondo
Autore: Margaret Mazzantini
Editore: Mondadori


Oggi ho deciso di scrivere. In realtà, l'avevo deciso già da questa mattina nel momento in cui ho terminato "Venuto al mondo" di Margaret Mazzantini. E' una lettura che mi porto dietro da mesi ma che impegni di varia natura (non tanto varia, a dire il vero, tutta colpa dell'università) mi hanno impedito di finire. Oggi sono qui, a dirvi cosa sento, cosa ho provato. Vi svelo un'altra verità: non mi piace giudicare i libri che leggo. Potrei averlo menzionato nella mia presentazione, ma sono passati più di un paio di mesi e non ricordo esattamente quali siano state le mie prime parole qui. Mi piace condividere come mi sento, o meglio, come i libri mi fanno sentire. Non solo quando arrivo alla fine ma anche e, soprattutto, cosa provo durante tutto il viaggio. Ho avvertito questa voglia di voler condividere con voi le sensazioni che mi ha suscitato questo libro perché sono state estremamente belle. Fino ad ora, un  libro mi ha spezzata, delusa, amareggiata, piacevolmente sorpresa. Questo no, mi ha liberata. Si, liberata. Fermo restando che "Venuto al mondo" é stato un romanzo che mi son goduta in lungo periodo di tempo, fino ad arrivare anche ad alcune settimane di arresto. Però ecco, l'ho assaporato lentamente. Ed é stato, aggiungo, il primo di una lunga serie di libri che ho, invece, sbranato nell'arco di pochi giorni. Con lui ho deciso di andarci piano, di prendermela comoda, In questi ultimi giorni poi, a distanza di cento pagine, ho deciso e mi son detta:" Basta. E' ora di sapere."  E ora so,
So che "Venuto al mondo" é una montagna. Vedi il romanzo e capisci che devi andarci piano. Capisci che ha una storia particolare. Capisci che ha bisogno dei suoi tempi e devi prenderlo dal verso giusto. Devi lasciarti prendere. Devi lasciarti andare. Devi semplicemente sederti e far sì che lui si apra a te, piano piano, ma lo farà. Ti darà il suo cuore, la sua anima. Ti prenderà per mano e prima ti avvicinerà a lui raccontandoti di una Roma che ospita una storia, una storia che si presenta quasi come una delle tante che si sentono, che si vedono nei film. Allora ti rilassi, intuisci si tratta comunque di qualcosa che ti é familiare, di qualcosa che non potrà poi sconvolgerti così tanto. In realtà, però, sai che non é così. Sai che se questo romanzo si é preso la briga di prenderti per mano, un motivo c'è. C'è che ti vuole far vivere attraverso lui, ti vuole portare dove lui è stato, dove lui è adesso, Ti porta prima su, e poi giù, giù. E giù, si, soffri. Soffri un pò perché in fondo é inevitabile. Soffri un pò perché lo sapevi, perchè alla fine lo sapevi dal primo momento in cui la tua mano ha sfiorato quel libro. Lo hai capito cosa si celava, Si celava sofferenza. Però hai capito anche che non eri sola. Hai capito che un libro, quando decide di prenderti per mano, non ha solo cose brutte da farti vedere, da farti provare. Ti prende per mano perché sa che dovete affrontare un percorso dove potreste perdervi, ma lui non vuole succeda. Vuole che arrivi fino alla fine. Il libro vuole che tu arrivi al di là. Cosa c'è al di là? La libertà.  Caro lettore, arriverà il momento in cui leggendo il romanzo ti chiederei "perché?" con una grande ferita al cuore, nell'anima, dentro. Ma senza sapere come e quando, sentirai che tutto passato. Non avrai più bisogno di perché, non vorrai più risposte. Senti che è tutto ok. Senti che va tutto bene. Chiudendo il libro, ti sentirai svuotato, Svuotato non nel senso negativo del termine. Svuotato non di emozioni. Svuotato nel senso che...sei libero. Non hai più alcun peso dentro di te. Dove prima ti sentivi un macigno, dove prima si cumulavano tutti i problemi lì, sul petto. Questo libro ti prende per mano perché desidera che tu sia libero. Libero dalla schiavitù. Libero dai pensieri. Libero dentro, Ti dice che la libertà non si estorce, la libertà si conquista, si suda,
"Venuto al mondo" è scalare una montagna e trovarci su la libertà. "Venuto al mondo" é la libertà dal senso di colpa; libertà dai ricordi che ti rendono schiavo di una vita passata. "Venuto al mondo" è tornare al momento in cui ci siamo persi e scoprirci liberi.
"Venuto al mondo" è amore odio gioia dolore, "Venuto al mondo" è vita.
"Venuto al mondo" è IL libro. Il libro che ti ricorda che leggere eleva l'anima. Il libro che ti ricorda che leggere rende liberi.
Quindi, se mai voi mi porreste la domanda "Come definiresti questo romanzo?" Io vi risponderei:
"Questo romanzo é un cammino verso la libertà"

giovedì 10 settembre 2015

Rock in Roma - Linkin Park 06\09\2015

06\09\2015
Un giorno come un altro. Una Domenica come un'altra. 
No. In realtà, no. 
Il  6 Settembre del 2015 una fra le più grandi rock band di fama mondiale mette per la prima volta piede a Roma per dare di fatto vita ad una serata che sarà indimenticabile per molti. Per la precisione, sarà indimenticabile per circa 40-50 mila persona che quella mattina si sono svegliate per assistere ad uno show spettacolare. Fra questi, un centinaio hanno persino passato la notte davanti ai cancelli dell'Ippodromo delle Capannelle, dove si é consumato il misfatto. 


Ad aprire la serata sono stati i Simple Plan, band pop-punk canadese che sulle note di Shut Up ha aperto le danze, dopo aver ritardato sulle scene una decina di minuti in più rispetto alle 20.15 da programma. Ma si fanno subito perdonare coinvolgendo il pubblico che sembra apprezzare e lasciarsi trasportare da pezzi come Jump, Boom, When I'm Gone. A chiudere la prima parte dello spettacolo é stata Perfect, cantata in acustico prima dal leader Pierre Bouvier e in seguito suonata dal resto della band composta da Chuck Comeau, David Desrosiers, Jeff Stinco e Sébastien Lefebvre. 



Chester Bennington, Mike Shinoda, Brad Delson, Rob Bourdon, Phoenix e Warren Willis (che sosituirà Joe Hahn per aver lasciato le ultime date del tour europeo a causa di un'emergenza familiare) , illuminati dalle luci che iniziano ad incendiare il palco, si fanno vedere per le 22.10 sulle note di Papercut anticipata dall’Intro . I Linkin Park non sono stati i soli ad essere al centro della scena. I fan hanno decisamente lasciato un segno indelebile nella mente del gruppo tanto da esordire con un "Oh, shit!" alla fine dell'esibizione, per la partecipazione e l'adrenalina che già si respirava. Si é subito creato un forte feeling fra band e fan difficilmente esprimibile a parole. Le canzoni risuonavano tra la folla in delirio che cantavano a squarciagola saltando a più non posso. Mike e Chester piacevolmente sorpresi da un pubblico così caloroso si sono subito fatti trasportare dalla magia del momento fra abbracci e sguardi pieni di gioia.




 Questa ricetta ha dato vita ad un live sensazionale. Chester, più in forma che mai, ha emesso degli scream elettrizzanti portando tracce come One Step Closer, Given Up ad un livello tale che per i fan sarà difficile tornare ad ascoltare la classica versione studio.








 Si susseguono anche le canzoni tratte dal nuovo album, The Haunting Party, dal quale prende il nome  il tour . Wastelands, Rebellion, ma è Final Masquerade a fare il quadro della serata. Su questa canzone, infatti, la folla dà vita ad un flash-mob illuminando prima una miriade di palloncini colorati con le torce dei propri telefoni cellulari e poi lanciandoli in aria sulle note dell’assolo, realizzando, di fatti, uno spettacolo coinvolgente ed emozionane. Lo stesso Chester li ringrazia perché in realtà, anche loro sono diventati spettatori di una grande serata e di un pubblico in forte fermento. E’ lui stesso a realizzarlo durante il corso dello spettacolo e a dire “ You guys are fucking maniacs!”







Nello spettocolo c’è anche spazio per l’esibizione di Mike a richiamare un il suo progetto Fort Minor , side-project rap che l’ha visto coinvolto dal 2005\2006   e ripreso  questo 2015 , che lo vede esibirsi sul palco del Rock in Roma sui brani Remember the Name e Welcome .
Il tempo passa, le lancette scorrono e la band lascia la scena per rientrare ed esibirsi con le ultime Waiting for the end, What I’ve Done, Bleed it out . Prima di tutto ciò, però, Chester ci tiene a ricordare un fan molto attivo di nome Alessandro che a causa di un incidente ci ha lasciati qualche mese fa. E’ qui che un gruppo di suoi amici dal pubblico, seguiti poi da tutti gli altri, richiedono A place for my head, un brano tratto dall’album Hybrid Theory mai perfomato live prima. Mike e Chester, dopo un momento di incertezza , decidono di cedere alla richiesta, quasi sorpresi e alzando le mani al cielo , affermando un “As you wish” che difficilmente sarà dimenticato dai fan.






Il gruppo chiude con Bleed it out dove Chester prende la bandiera italiana e fa il giro di tutto il palco per ringraziare i fan; fra questi Alessandro, il quale nome è inciso sulla bandiera stessa e al quale sono rivolti i pensieri dei fan e del gruppo. 




Ph. Simple Plan: Postepay Roc In Roma
Ph. Linkin Park: Roberto Panucci
Ph. flash-mob: unknown (chi volesse reclamare i diritti mi faccia sapere)
Ph. bandiera italiana: Firestone 

martedì 25 agosto 2015

Una romantica avventura (1940)

Ok. Probabilmente non ci siamo lasciati bene:" Mi chiamo Katia e sarò il vostro incubo peggiore". Però sono qui per raccontarvi della mia mattinata. Pace fatta?

Questa mattina sveglia per le 09.00 o giù di lì. Ancora insonne apro la T.V. e mi abbandono a un pò di zapping. Mi imbatto in questo film: "Una romantica avventura".
Premetto che:
- non sono una tipa da film in bianco e nero e questo sì, lo é;
- il film era iniziato già da dieci minuti. Detesto vedere film già iniziati; ho deciso comunque di non demordere.
Adesso posso dirvi che:
- pensavo di non essere una tipa da film in bianco e nero e invece mi hanno conquistata;
- vedere un film già iniziato a volte può regalarti comunque delle sorprese.

Una romantica avventura è un film diretto da Mario Camerini, un regista italiano che lavorò a stretto contatto con il giovane Vittorio de Sica, protagonista dei suoi film più celebri insieme ad Assia Noris (diventata poi sua consorte).



E' proprio il film Darò un milione a segnare il debutto della coppia, seguiti da Ma non é una cosa seria, Il signor Max e I grandi magazzini . Dopo varie divagazioni nella farsa vivace (dove lavorò con Eduardo e Peppino de Filippo ne Il cappello a tre punte ) e nella retorica di regime (riportando le conquiste africane della guerra ne Il grande appello ) , ritorna alla commedie romantiche e d'avventura. La sua ultima opera è un episodio di Don Camillo risalente al 1972, Don Camillo e i giovani d'oggi . Nove anni dopo muore a ottantasei anni, nel 1981.




Una romantica avventura é una pellicola drammatica del 1940 che vede come protagonista Assia Noris (nel film Anna Berra, per gli amici Annetta)  la quale, questa volta, non sarà accompagnata dalla dolce metà cinematografica Vittorio dei Sica ma da due baldi giovani che sono stati conquistati dalla genuinità della contadina ch'ella interpreta: Gino Cervi, nelle vesti di Luigi Ferrero, fidanzato di Annetta e Leonardo Cortese, nelle vesti del signor Conte. Quest'ultimo si imbatte in Annetta in momento diciamo...poco ortodosso. Egli, infatti, sul punto di togliersi la vita perché tradito da un compagno a cui aveva confidato in segreto il nascondiglio del proprio superiore, vede la giovane che promette lui di non dire nulla di ciò che appena aveva visto. E' proprio in quel momento però che il signor Conte riceve la notizia che vede in salvo il superiore così da sentirsi riconoscente nei confronti della contadina per avergli salvato in qualche modo la vita. Annetta allora chiede in cambio un invito al ballo che si tiene al di là del fiume. I due passano così una serata romantica; una romantica avventura, alla fine della quale il signor Conte azzarda un bacio. La giovane però, alla luce di questo atto, ammette di non aver permesso di baciarla..nemmeno al suo ragazzo! Eh si, la dolce, sognate e sfacciata contadina ammette l'esistenza di un'altra relazione della quale il signor Conte non ne sapeva nulla. Ma non solo: quando Annetta rivela il nome del proprio amato questo capisce che il Luigi di cui lei parla é in realtà lo stesso Luigi, suo amico d'infanzia, che la stessa notte é partito per portare al proprio superiore una lettera di estrema importanza, rischiandone anche la vita. Annetta perciò, dopo aver lasciato nelle mani del signor Conte gli abiti da lui regalatigli da ballo e dallo stesso bruciati, riesce a salvare una collana di una sua antenata che le somiglia tanto. Il signor Conte promette di donargliela solo quando i ricordi di quella notte non comprometteranno la sua felicità. Ma così non é. Annetta non vuole più sposare Luigi. Solo un anno dopo, dopo che i due hanno smesso ogni tipo di rapporto, si rivedono a causa di un incontro combinato dall'ex fidanzato e passato per casuale. Qui la ragazza dice di nuovo sì alla proposta di matrimonio. Io fatidico giorno arriva e Annetta viene chiamata dal signor Conte che le dona le collana come un addio. Egli infatti partirà a breve in esilio non sapendo la data di ritorno: un anno, due...chi lo sa. Luigi, abbandonato all'altare, decide di lasciare ogni speranza e abbandonare l'idea di un futuro con Annetta, finché... Il violinista che suonò il giorno del ballo un anno prima, suona anche lì, il giorno del matrimonio, perché amico di Luigi! L'amico racconta perciò tutto allo sposo il quale organizza un incontro con Annetta, ora rifugiatasi dalla nonna, e con il signor Conte. Il signor Conte chiede perdono per il male fatto e spinge i due a convolare a nozze. I due si sposano alla fine, ma Annetta passerà tutta la sua vita a rimpiangere quella storia. Un giorno però, molti anni dopo, la figlia Angioletta, ormai adolescente, decide di scappare di casa con l'uomo che dice di amare. Questo é stato interpretato da Massimo Girotti, divo delle donne grazie al suo ruolo ne La corona di ferro che segna con questo film il suo esordio nel mondo del cinema, dopo la carriera da pallanuotista.)   La pellicola viene proprio raccontata attraverso i ricordi della donna che alla fine del percorso tracciato nella sua  mente chiede al marito come ha potuto sopportarla per tutti questi anni e decide di bruciare la collane, segno, come dice la stessa, di essere uscita da una lunga malattia; segno, di poterlo finalmente amare.

Una romantica avventura , ambientato sullo sfondo del Risorgimento, fu girato negli studi di Cinecittà e venne presentato al Festival di Venezia del 1940.
E' una pellicola più che drammatica, come di genere definita, romantica. Romantica perché si scopre l'amore, un amore con cui hai sempre vissuto ma che i ricordi distorti dai rimpianti della giovinezza ti impediscono di apprezzare. Forse per punirti; forse per capriccio. Però alla fine ti perdoni e vedendo in tua figlia il riflesso della tua vita, ti perdoni e insieme a te perdoni lei. O meglio, forse perdoni te perché é l'unico modo che hai per perdonare lei. E non é forse questo amore? E' questo che vedrai anche tu, con le lacrime agli occhi in una pellicola senza colori.


Sì, ti sto dando ancora del tu, caro lettore. Ti consiglio questo film se vuoi perderti in una regale, semplice, amore di vita.



venerdì 21 agosto 2015

Presentazioni

Un saluto a tutti voi che vi trovate qui, fra le righe della squattrinata 21enne che solo qualche mese fa scoprì la passione per la lettura. Vi dirò; ho sempre letto qualcosina, ma non ho mai avuto il piacere di farlo, Era spesso uno sforzo che facevo perché dovevo. Finché non mi sono imbattuta in lui.



"Interno Argentino di Alberto Ongaro é un libro che mi ha segnata; sì, segnata, Segnata perché mi ha fatto capire quanto un libro possa trasmettere. Ammetto che la punteggiatura lascia un pò a desiderare, però ciò che ho sentito leggendo questo libro è stato indescrivibile. Come se mi avesse rapita e io avessi vissuto fra quelle mura.  Come se avessi visto Sidney mentre amava sé stessa; Nico vagheggiare in quelle stanze alla ricerca di ricordi perduti, oppure sbirciare dalla finestra dove un tempo  riconosceva, fra le spoglie di quell'albero di mezzo fra la strada e la casa, il volto dell'amante che stava lì ad aspettare un suo segno. Ecco, era come se io ricordassi con lui. Ragazzi, che sensazioni. E così mi sono detta:" Davvero un libro può darti così tanto?" . Allora ho iniziato a leggere; allora é nata la mia passione. Vi dirò, anzi, a costo di sembrare una pazza, di averla sempre avuta, Come vi dissi prima ho sempre leggiucchiato qualcosa; segno, questo, di essere stata sempre alla ricerca di qualcosa che mi segnasse, ma di non averlo mai trovato. Ricordo di aver letto recentemente una citazione di J.K. Rowling, celebre scrittrice della saga  Harry Potter:
"If you don't like to read, you haven't found the right book yet."
Beh, posso dirvi che é proprio vero; é proprio così. Ora ho un sacco di libri da leggere, una wish list lunga quanto un rotolone Regina e questa nuova identità: Laetitia Libri.
Vi spiego: Laetitia non é il mio nome. Laetitia libri é una breve frase in lingua latina che sta per " La gioia di un libro". Lo ammetto. Per ricordare i rispettivi nomi in lingua e i genitivi della stessa ho dovuto dare una vecchia spolverata al dizionario di latino e alle declinazioni che ricordavo. Fortunatamente é stato necessario ricordare le prime due perché, dopo queste, le mie nozioni sulla materia sono piuttosto limitate.
Sono nata come Laetita libri sulla pagina Facebook, Instagram e Tumblr perché volevo appunto condividere la mia gioia sui libri. Pensai di sfuggita anche di aprire un blog, però ritenni di non avere ancora le conoscenze e le basi necessarie per "intrattenere il mio (eventuale) pubblico." Adesso, però, credo sia arrivato il momento. Non fraintendetemi; ho ancora molto da imparare. Però sento di essere pronta per andare oltre qualche foto e qualche citazione postata sui social. Sono pronta per fare questo "salto", se così possiamo chiamarlo.
Ovviamente, credo sia palese l'argomento principale da me trattato saranno i libri ( e i rispettivi autori) ma non solo in relazione alle loro recensioni, Anzi, posso anche dirvi che recensire un libro...chi sono io per dire "Questo libro sì, quello no?" Un libro deve travolgerti, deve portarti in un altro mondo e farti provare delle sensazioni uniche. Potrà capitare di provarle a me e a te no, ciò non significa che il libro é bello perché a me é piaciuto e brutto perché tu non l'hai trovato di tuo gradimento. Un libro rispecchia la nostra sensibilità. E io, mio caro lettore che mi stai leggendo per la prima volta e al qualche sto dando del tuo senza che io me ne sia resa conto, non sono nessuno per stroncare o premiare un libro, Lo elogerò quando mi emozionerà, quando mi rapirà; lo rispetterò quando non sarà di mio gradimento. Vorrà dire che non ero io quella a cui doveva cambiare la vita. E sì, perché si tratta di rispetto. Un libro va sempre rispettato. Sempre.
Vi dicevo, comunque, prima di perdermi nella mia morale, che oltre a parlare di libri, se ci sarà occasione, getterò anche qualche parola su altre tematiche: musica, cinema, attualità. E' un blog e alla fine é bello discutere un pò di tutto; anche perché mi va.

Mi trovate anche su:
Facebook: www.facebook.com/laetitialibri
Instagram: @laetitialibri
Tumblr: www.tumblr.com/blog/laetitialibri
Ah, dimenticavo. Mi chiamo Katia, ho 21 anni e sarò il vostro incubo peggiore.