sabato 2 gennaio 2016

Libri distillati

Libri distillati. Loro, protagonisti del nuovo anno che hanno rubato la scena e catturato l'attenzione di migliaia di lettori.

Cosa sono?
I Libri Distillati NON non sono dei riassunti, al contrario di quanto sia l'opinione più diffusa, ma delle edizioni "limitate" di romanzi già noti. No, non limitate come romanzi  prodotti in numeri definiti, ma perchè gli stessi sono caratterizzate da pagine, appunto, limitate. Su un libro di 400-500 pagine, si potrà, cioè, far conto di leggere la metà delle medesime, per agevolarci alla completa lettura del romanzo nel "tempo di un film".

Questa scelta editoriale ha destato molto scalpore, purtroppo, non in positivo. I lettori più appassionati non concepiscono come si possa dissezionare un libro. Dissezionare perché si tratta di studiare il romanzo e capire quali parti escludere dalla nuova edizione distillata per "aiutarne" la lettura. Ecco, alla luce di questo, credo sia il momento di mettere i puntini sulle i.
Da studentessa di Economia quale sono, posso comprendere l'idea generale. La casa editrice ,infatti, non mira a venderei propri prodotti a persone che abbiano già una propria passione alla lettura, ovviamente, ma a coloro i quali "vorrebbero ma non possono". In questa fascia si collocano sia persone che per motivi di lavoro desiderano leggere ma non ne possiedono il tempo o meglio, per ragioni di lavoro non riescano a portare a termine la lettura , sia persone che non reggono i cosiddetti "mattoni". In entrambi i casi, escludendo dal romanzo le pagine più lente, si permette ai primi di arrivare alla fine della lettura e ai secondi di facilitarne la stessa.
Da lettrice, non posso comprendere in base a quale criterio si decide di privare un romanzo di determinate pagine; si potrebbe optare per le pagine, come detto prima, più lente. Ma non sono queste parte dell'essenza stessa del romanzo? Che poi, bisogna anche capire cosa si intenda per "lento". Un momento di riflessione, un protrarsi della narrazione. Anche lì si nasconde l'anima di un libro, se non soprattutto lì! Un romanzo non è da leggere quando si presentano un susseguirsi di situazioni "portanti" che esprimono la storia o l'idea generale dello stesso, ma soprattutto quando Stefano e Silvia sono al bar e si prendono per mano; quando Lucia perde il padre e riflette in una stanza, stesa sul letto in posizione fetale; quando Luca corre e pensa a quanto ami Miriam. Privare un romanzo di delle proprie pagine, non so, è come privare il David di Donatello di un piede. Si può privare un opera d'arte di una sua parte? La cosa più sorprendente è come gli stessi autori abbiamo acconsentito alla pubblicazione delle loro opere sotto queste condizioni. Loro che sono consapevoli di aver impiegato nel romanzo, in ogni sua pagina, lo stesso quantitativo di tempo, di sentimenti, di emozioni. Perché acconsentire a questo? Perché distruggere l'arte per renderla accessibile a persone che evidentemente non sono predisposte a comprenderla? L'arte deve essere tutelata e i libri sono la massima espressione di arte esistente. Perché è tutto quello che ci resta per salvarci da un mondo di ignoranza, da un mondo scarno, vuoto, freddo.
Ripeto, da un punto di vista editoriale comprendo a chi sia rivolta l'iniziativa. Non accetto che ad andarne di mezzo sia l'integrità dell'arte, nostra unica fonte di salvezza per un mondo migliore; per persone migliori.

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