domenica 26 giugno 2016

PREMIO STREGA - I cinque finalisti




15 Giugno, Casa Bellonci. A settant'anni dalla prima votazione, presso i Parioli di Roma, è stata decretata la cinquina dei finalisti della settantesima edizione del Premio Strega 2016. A presiederla, oltre i quattrocento nomi degli amici della domenica, anche studenti universitari e di scuole. selezionati titolari di librerie indipendenti e il vincitore della scorsa edizione del premio letterario più ambito e atteso d'italia: Nicola Lagioia. Ricordiamo, infatti, che Nicola Lagioia vinse lo scorso anno con Ferocia , noir dalle tinte forti, ambientato a Bari,  pubblicato nel 2014 dalla Einaudi.



Coloro i quali si contenderanno invece, il titolo di scrittore dell'anno sono:

  • Edoardo Albinati, La scuola cattolica (Rizzoli);
  • Elena Stancanelli (unica donna) , La femmina nuda (La nave di Teseo) ;
  • Giordano Meacci, Il cinghiale che uccise Liberty Valance (minimum fax);
  • Eraldo Affinati, L'uomo del futuro (Mondadori) ;
  • Vittorio Sermonti, Se avvero (Garzanti). 



Che dire, se non non augurare un grande in bocca al lupo ai potenziali vincitori? 





sabato 25 giugno 2016

#GIALLI - Scriverli è davvero per tutti?






Ci siamo lasciati l'ultima volta con la recensione de Chi è morto alzi la mano di Fred Vargas.
Mentre scrivevo il mio pensiero sul romanzo, mi sono resa conto di come sia difficile trovare un vero romanzo giallo. Per me, un romanzo giallo deve essere:

  • originale
  • brillante
  • elegante
  • coinvolgente

Inutile dirvi che ho incontrato tutte queste quattro caratteristiche in Agatha Christie, la sola, unica, inimitabile giallista che ha conquistato il mio cuore. Una penna semplice, raffinata, contrapposta ad una trama brillante, originale e  coinvolgente. 


Oggi sto, però, assistendo ad una miriade di pubblicazioni di un nuovo genere che sta spopolando tra le masse: il thriller psicologico .  Con thriller psicologico si intende un ramo del genere più ampio quale quello del thriller al quale si mescolano anche caratteristiche del giallo, ponendo l'attenzione sulla psiche e le azioni che da essa ne derivano sullo svolgimento dei fatti. I veri romanzi gialli, amici miei, sono stati rimpiazzati sul mercato da questo nuovo genere letterario...ma siamo sicuri si tratti di una "scelta consapevole"? Mi spiego meglio. 

Abbiamo appena illustrato quelle che, a parere mio, sono gli ingredienti più importanti per scrivere un vero romanzo giallo. Il punto, come credo siate arrivati anche voi a constatare, è questo: non tutti hanno queste capacità. Essere originali, brillanti nell'esposizione, riuscendo anche a coinvolgere il lettore senza essere scontanti, è molto difficile e, di conseguenza, non è per tutti . Ritengo che anche l'editoria sia arrivata a questa conclusione e, ancor prima, gli scrittori esordienti. Soprattutto loro, consapevoli di non poter competere con le grandi penne del passato e i requisti richiesti per il successo in questo campo, hanno deciso di  divagare nel genere . Creare, cioè, un nuovo ramo legato all'albero padre , eludendo, in un certo senso, il sistema.
La scrittura dei thriller psicologici sta, infatti, spopolando tra le masse, come dicevo prima, e non solo. E' il mercato a richiederli ( nonché voi lettori) perché folgorati dai best seller che si ripromettono finali sconvolgenti e trame elettrizzanti . Ma il punto è proprio questo: creare dei colpi di scena devastanti è, alla fine, un gioco da ragazzi. L'esagerazione del finale è inversamente proporzionale alla difficoltà richiesta allo scrittore per potersi cimentare nella redazione del romanzo. 
E' proprio l'esagerazione nella conclusione del libro che porta ,un lettore inconsapevole, a pensare di aver letto un grande thriller (più si esagera, più il romanzo sembrerà banalmente bello)  e proprio questo porterà, alla fine, ad una trama irreale, che trascende il metafisico e la concretezza della storia.
Impressionare è la chiave dei thriller psicologici che si concentrano inesorabilmente sulla trama. La trama deve colpire; folgorare. I personaggi sono solo uno strumento nelle mani dello scrittore e non riescono ad occupare nella storia un loro ruolo; resteranno ancorati alla storia che, in molti casi, viene da loro narrata attraverso lo stream of consciousness, ovvero flusso di coscienza. Ripercorrono la loro storia personale, il loro passato, perché è lì che si cela la verità inconfessabile. Ma la loro vita è la trama del romanzo e il personaggio in sè non trova un proprio ruolo che prescinde dalla stessa. 
Le case editrici amano questo genere. Riescono a vendere storie incredibili, al limite del possibile e con verità a dir poco agghiaccianti, a giovani lettori che amano il brivido e non curano molto tutto ciò che vada altra la medesima trama: le capacità di scrittura dell'autore, la veridicità (come dicevamo prima) della storia, la struttura della narrazione e se questa ha realmente un senso compiuto. 

Insomma, è un connubio perfetto! Le case editrici vendono; gli scrittori eludono il problema di ciò che realmente serve a un vero romanzo; i lettori sono elettrizzati e contenti. 

Non metto in dubbio l'esistenza di thriller di qualità , attenzione! Ritengo solo che questo genere stia spopolando eccessivamente, facendo entrare nel sistema autori non all'altezza delle aspettative. Ritengo ci sia una linea sottile tra lo scrivere un romanzo di qualità e un romanzo di massa. 
Il genere thriller psicologico rientra, ahimè, nella produzione di massa, senza più troppa cura dei dettagli che potrebbero rendere questo genere una vera e propria chicca. Basta dire "Questo è un romanzo psicologico che sconvolgerà le vostre vite" per far vendere il prodotto e renderlo un best seller mondiale. 


Questa è solo la mia opinione, ma fateci caso. Entrate in una libreria, fate un giro su internet, informatevi. I giallisti ,non dico di successo, ma di qualità. del momento sono davvero, davvero pochi. I grandi nomi appartengono comunque, sempre alla corrente letteraria giallista del novecento che ha raggiunto il suo apice. 
Ora consideriamo i thriller o thriller psicologici, che dir si voglia. Quanti autori conoscete che si stanno affermando sotto questo genere? Ve lo dico io, tanti, e non tutti scrivono trame di qualità. La qualità è difficile da trovare e fateci attenzione quando decidete di leggere. Non affidatevi a un qualsivoglia libro best seller del momento che, diciamocelo, è sempre una ciofeca. Scovate, se proprio siete affezionati al genere,e trovate la qualità.
 Inoltre, vi consiglio nella maniera più assoluta di leggere IL genere per eccellenza, dal quale derivano i thriller e tutti i generi affini. Anche lì, la qualità è estremamente rara. Giallisti odierni bravi sono davvero pochi , ma se volete una garanzia, scovate tra i novecentisti della letteratura, e rimanetene estasiati.

Vi cito qui qualche nome e titolo:
  • Agatha Christie; tutta la sua bibliografia, ma se volete iniziare dai grandi titolo vi consiglio Dieci piccoli indiani, Assassinio sull'Orient Express, L'assassinio di Roger Ackroyd.
  • Raymond Chandler; anche in questo caso tutta la sua bibliografia, ma vi consiglio di iniziare dal primo romanzo della sua serie di maggior successo Il grande sonno.
  • Daphne du Maurier; Rebecca, la prima moglie.
  • Josephine Tey; La figlia del tempo , quinto della serie che ha come  protagonista l'ispettore di polizia Alan Grant . Iniziate dal primo Tra la folla.
  • Wilkie Collins; anche qui tutta la bibliografia, con particolare riguardo a La donna in bianco e La pietra di Luna.

Enjoy!

martedì 21 giugno 2016

Chi è morto alzi la mano, Fred Vargas






Titolo: Chi è morto alzi la mano
(primo della trilogia "I tre evangelisti)
Autore: Fred Vargas
Genere: Giallo
Casa editrice: Einaudi
Trama: Marc, Mathias e Lucien. Il primo uno storico del Medioevo; il secondo uno storico della Preistoria; il terzo uno storico della Grande Guerra.  Tre scapestrati che non hanno un soldo, convivono tutti e tre in uno stesso appartamento nella periferia di Parigi insieme all'ex poliziotto, nonché zio di Marc,  Louis Kehlweiler. Un giorno ricevono una visita inaspettata da una vicina "speciale", niente di meno che la cantante lirica Sophia Siméonidis . La vicina comunica loro che improvvisamente, un giorno, è apparso nel suo giardino un albero di cui non ne comprende la provenienza. Molto scossa, chiede loro se fosse possibile dissotterrare l'albero per vedere se ne nascondesse qualcosa. I "tre evangelisti" accettano la proposta della signora Siméonidis , non riscontrando però alcuna anomalia nel caso.  Tutto sembra tranquillizzarsi e nessuno sembra più pensare all'albero finché un giorno, la grande cantante lirica, scompare nel nulla...
Recensione: Questa è la prima volta che mi approccio ai gialli della Vargas. Non sapevo come avrei preso l'idea di entrare nel mondo di una nuova giallista. Sono abituata ai gialli di Agatha Christie, la sola, unica, inimitabile donna i cui gialli sono Gialli con la G maiuscola. Lei è il mio termine di paragone, i suoi romanzi rappresentano ciò a cui tutti gli scrittori del genere dovrebbero auspicare. Per questo motivo, avvicinarmi ad una nuova autrice mi spaventava un po' ; nessuno può reggere il suo paragone. Ma ho sentito molto parlare di Fred Vargas da fonti certe (perché solo da fonti attendibili mi affiderò alla lettura di un nuovo giallo) e...che dire? Sono molto soddisfatta!
Inizialmente non riuscivo ad entrare nell'ottica di romanzo. Non comprendevo lo stile, le modalità in cui si svolgevano i dialoghi soprattutto. Ma alla fine si tratta solo di aspettare che il romanzo ti coinvolga perché tu possa sentirti parte della narrazione, è solo questione di tempo.
La Vargas non delude: non si perde in futili chiacchere, lo svolgimento dei fatti si colora tutto di giallo senza lasciare spazio a insensate digressioni non pertinenti alla storia.
Pensate di aver trovato il colpevole? ...nah! Le carte in tavola cambieranno fino alla fine. Resterete incollati al libro, col fiato sospeso, e non siate tanto sicuri di sapere chi si celi dietro il misfatto. Perché? Dovrete solo leggere per capire. Provare per credere!
Voto:
Decido di dare cinque stelle su cinque perché Vargas le merita. Non è facile uscire dagli schemi, dal modello stereotipato del " omicidio - colpa del maggiordomo" . Nulla è scontato, la narrazione segue senza inutili digressioni, e i dettagli sono molto curati, cosa che un giallo non deve dare MAI per scontati! E' li che un buon giallo si può definire tale. Lo svolgimento dei dialoghi è stato il mio problema iniziale: battute brevi e coincise, narrazione concentrata, non riuscivo ad entrare nell'ottica dell'autrice. Poi ho capito il mio errore: paragonare la narrazione a quella della Christie. Sono due stili differenti, non potevo capire restando ancorata al mondo della Christie. Non esiste un solo colore, ma il giallo si articola in tante sfumature. Il giallo della Christie è chiaro, semplice, classico. Vargas va oltre: va oltre i dialoghi e fa del giallo il vero Re. Per molti versi ho immaginato lo svolgimento dei dialoghi alla Sherlock Holmes (riferimento alla pellicola) tra i protagonisti e questo mi ha molto avvicinato alla visione del giallo dell'autrice.
Se cercate un giallo da leggere, un po' scanzonato nei fatti e nei dialoghi, questo è il giallo che fa per voi. Ben fatto, ovviamente!


domenica 5 giugno 2016

Dopo di te, Jojo Moyes


Titolo: Dopo di te
Autore: Jojo Moyes
Casa editrice: Mondadori



Trama: In "Dopo di te" vediamo Louisa Clark  un anno e mezzo dopo morte di Will Traynor, l'uomo di cui è stata innamorata e da lui ricambiata, ma non abbastanza da cambiare idea sulla sua morte alla dignitas . Ora lavora come cameriera, ma la sua vita non è andata poi così avanti. Ha deciso di non frequentare i corsi di moda per i quali aveva fatto domanda e di viaggiare per il mondo prima di stabilirsi a Londra in un appartamento comprato con i soldi lasciategli da Will. Louisa sa di non stare mantenendo la promessa fattagli: vivere. Sarà un evento a scuotere completamente la sua vita: cadere dal tetto. Una sera, infatti,  troppo ubriaca, Louisa perde l'equilibrio dopo essersi sporta eccessivamente. Tutti penseranno sia stato un suicidio, ma, in realtà, così non è stato. Louisa è stata distratta da una voce femminile che la chiamava. Una donna o, più precisamente, una ragazza, quella sera si trovava lì con  lei per parlarle e rivelarle un segreto che lei stessa ha appena scoperto: Lily è la figlia di Will. Nessuno sapeva della sua esistenza, compreso Will, e sarà questo a scuotere le vite di tutti. Ritroveremo i Trainor, questa volta separati, i genitori di Louisa, i Clark, anche loro alle prese con i loro problemi, e nuovi protagonisti come Sam, l'uomo che farà battere di nuovo il cuore dell nostra protagonista, e i nuovi amici del gruppo di sostegno di Louisa. Riuscirà ad essere di nuovo felice?




Recensione: Allora, da dove cominciare? Partiamo subito dal parlare degli aspetti stilistici del romanzo. La signora Moyes in questo libro dimostra sicuramente di essere maturata in termini di descrizioni. Il libro è  molto più dinamico, affronta diverse circostanze e altrettanti protagonisti popolano le pagine del nuovo sequel. Le scene si svolgono in diversi posti e, leggendo il libro, si ha proprio l'impressione di vedere un film. La scrittura resta molto basica, semplice e pulita ma comunque capace di arrivare al cuore quando necessario.
A livello di trama è quello che ci si poteva più o meno aspettare dopo un romanzo così tragico come Io prima di te : Luisa Clark, inevitabilmente distrutta dopo la morte di Will, che prova a rimettere insieme la propria vita. Quello che la Moyes introce in questo romanzo è , però, l'effetto sorpresa: Will ha una figlia. Lo ammetto, non me lo aspettavo! Nella mia testa avevo già immaginato la trama ipotetica: Louisa che frequenta i corsi d'arte, una donna affermata e più sicura dopo le parole di Will che le ha scritto nella lettera che le aveva espressamente detto di leggere a Parigi, tra odori di croissants e profumi di alta moda. D'altra parte, era così che l'avevamo lasciata. E invece, il romanzo di apre con una donna (giustamente) distrutta che solo dop aver toccato il fondo inizia piano piano a risalire. Questo anche grazie a Lily, che rivoluziona un pò in mondo in cui si era rinchiusa, Sam, che le apre nuovamente il cuore e porta nella sua vita una ventata di passione, e la sua famiglie e quella di Will. Tutti hanno un ruolo e tutti sono alla ricerca di loro stessi dopo la morte di Will.
Un romanzo, dunque, che si rivela scorrevole, dinamico,  non scontato come potreste credere. 






Voto★ ★ ★ 

Decido di dare quattro stelle su cinque perché ho voluto premiare  i passi avanti che la scrittrice ha fatto in termini stilistici: le scene si svolgono in luoghi diversi, si susseguono molte situazioni e altrettanti personaggi. Come ho detto, ho avuto la sensazione di vedere un film. In più, bisogna tenere presente i colpi di scena che ci accompagnano durante la lettura. 
Se non fosse stato per questo "salto di qualità" , il mio voto sarebbe stato tre stelle su cinque . Scrittura molto basica, la narrazione in alcuni punti è priva di descrizioni inerenti ai personaggi e ai luoghi. Il romanzo non mi ha trasmesso molto a livello emotivo se non nelle ultime pagine, al contrario di quanto è accaduto con Io prima di te dove, nonostante a livello stilistico fossimo a livelli ancora  più bassi (molto, molto più bassi), sicuramente ho provato delle emozioni indescrivibili, uniche e irripetibili.  Dopo di te nasce infatti per essere un romanzo leggero, dove si riprende a vivere e si apprezzano di più i piccoli gesti della vita quotidiana. 

mercoledì 1 giugno 2016

Mi innamoravo di tutto - Storia di un dissidente , Stefano Zorba



Titolo : Mi innamoravo di tutto: storia di un dissidente
Autore: Stefano Zorba
Casa editrice: Edizioni AlterNative




Buonasera a tutti! Oggi vi racconto di una lettura "diversa". 
Qualche settimana fa sono stata contattata dalla casa editrice Edizioni AlterNative e mi è stata data la possibilità di leggere questo romanzo. Non so perché, ma avevo un buon presentimento e ho subito accettato la loro proposta. Prima di passare al mio pensiero sul libro, però, vorrei spendere due parole sulla casa editrice in questione.

Prima di tutto, non è una casa editrice, come viene anche ben spiegato nel loro sito, ma è un'associazione che si fonda soprattutto sulla ricerca in termini scientifici e che, ultimamente, sta allargando i suoi orizzonti anche in ambito letterario. Questo gruppo di giovani bresciani ha ben pensato di finanziare, infatti, un giovane scrittore che si è scontrato per parecchi anni con il mercato editoriale. La sua esperienza ci racconta di un mondo dove non si parla di libri, di racconti, di storia, ma di oggetti, di denaro, di diritto. L'autore, il romanzo, la sua visione passano in secondo piano. Questa associazioni ha così deciso di schierarsi dalla parte degli scrittori destinando gran parte del ricavato direttamente allo scrittore. Lo scrittore in questione è appunto Stefano Zorba e questo è il primo romanzo finanziato da Edizioni AlterNative. 


Trama : In "Mi innamoravo di tutto" Zorba ci racconta la storia di Coda di Lupo, attivista nella resistenza in Val Susa e ancor prima negli anni del G8 a Genova, prigioniero di un gruppo di uomini appartenenti ai servizi segreti italiani. Nel sotterraneo che lo vede soffrire per settimane, senza mangiare, ebere, maltrattato e stuprato,  racconta la sua vita alternando racconti a ricordi, gioie e dolori.



Commento :  Il romanzo è suddiviso in capitoli introdotti dai versi della canzone di Fabrizio De André "Coda di Lupo" che ha accompagnato l'omonimo protagonista per il corso di tutta la giovinezza ribelle. Si farà ribattezzare così ed è così che sarà conosciuto da tutti, in nome di tutte quelle battaglie,  di quegli anni a lottare contro un Stato che Stato non era. "Mi innamoravo di tutto" è, infatti, un romanzo di denuncia sociale, dai toni forti, crudi, contro le ingiustizie della vita di un dissidente che, in realtà, fa da sfondo a un male più grande . Zorba ci spiega, nell'introduzione che precede il romanzo, di aver trovato l'ispirazione per scrivere questo romanzo nelle parole del testo del grande Faber. Voleva raccontare la storia di un uomo la cui esistenza si sviluppa tra le  strofe di uno degli inni più belli mai narrati da De André; entrando nella sua testa, scrivendo attraverso la sua rabbia e la forza di non tradire chi lo aveva salvato da una vita di ipocrisie in cui neanche lui aveva mai creduto. 

Coda di Lupo deve parlare. Deve dire chi sono i suoi compagni, chi sta a capo di tutto. Viene maltrattato, stuprato; non mangia, non beve, non dorme. La sua vita si svolge in pochi metri quadri, tra un pavimento in calcestruzzo, i suoi bisogni, le sue lacrime e il suo sangue. 
Coda di Lupo sa che non resisterà. Dovrà parlare.
E parlerà.
Dirà tutto, tutto ciò che sa. Vende tutto, i suoi amici, la sua storia, ma poco a poco, perché deve sopravvivere, deve fare ciò che può. 
Loro voglio, però, un solo nome, il nome di chi sta a capo di tutto.
Alla fine, Coda di Lupo parlerà. Alla fine, Coda di Lupo venderà un nome, ma non quel nome. 
Resterà fedele a chi lo ha salvato, a chi lo ha riportato sulla retta via quando aveva ormai abbandonato il mondo della resistenza. Venderà un nome, in cambio della morte.


Come già accennato, è un romanzo dai toni molto forti, forse eccessivamente. Molto spesso le situazioni vengono portate allo stremo per descrivere il forte disagio percepito dal protagonista. 
Come già accennato, Coda di Lupo è solo lo strumento per una denuncia sociale di più largo respiro.
Il vero protagonista è qui lo Stato, uno Stato che pensa ai suoi tornaconto, che sa di economia e di politica e poco di giustizia e lealtà.  Coda di Lupo, agli occhi dello Stato, non è un uomo, non ha diritti. Coda di Lupo diventa inesistente
Non c'è democrazia, è quasi una tacita dittatura alla quale pochi si ribellano. I giornali, i TG non ne parlano o raccontano solo favole alle quali è più facile credere. Terroristi , così saranno additati gli attivisti, così sarà additato chi si rifiuta di accettare questo sistema; un sistema ingiusto, corrotto.


Il tutto scandito, poi, dalle parole del grande Faber, Ma quanto ho apprezzato le introduzioni a inizio capitolo delle strofe della canzone? Ha riportato alla luce la mia passione per le rivoluzioni che hanno fatto la storia e le canzoni che le hanno accompagnate. Un connubio che mi ha molto coinvolta in passato e che non avrei mai pensato di ritrovare in un romanzo esposto così.


Il mio consiglio è: se vi ha conquistato la storia, acquistate e finanziate questa piccola realtà che ha bisogno di crescere. Per maggiori informazioni passate qui : http://www.edizionialternative.org/prodotto/mi-innamoravo-di-tutto-storia-di-un-dissidente/


Io ringrazio ancora Edizioni AlterNative per la splendida opportunità e, che dire, enjoy!