martedì 12 luglio 2016

Piccoli suicidi tra amici, Arto Paasilinna





Titolo: Piccoli suicidi tra amici
Autore: Arto Paasilinna
Casa editrice: Iperborea


Trama\Recensione: Le parole che ho da spendere su questo libro sono davvero poche. 
Non ci siamo. Non ci siamo proprio.Mancava poco alla fine del libro, ma non ci sono stati i presupposti per finirlo.Mi sono detta:" Ce la puoi fare, sta per finire!" Ma da quando leggere un libro deve essere un'agonia?Si, alla fine è diventata un'agonia questa lettura.All'inizio c'era tutto. La bravura dello scrittore, l'ironia nel trattare un argomento tale come il suicidio.Ma poi la "novità" passa e devi dare al lettore qualcosa per cui valga ancora la pena continuare a leggere. E così non è stato. Questo gruppo di persone che si riunisce per lenire i dolori della vita insieme e mettervi fine con un suicidio di massa è si, all'inizio una cosa "sorprendente" nel modo in cui viene trattato il tema. Ma dopo, come dicevo, la novità passa e devi dare altro al lettore. La lettura, dopo i primi capitoli, diventa piatta, piatta , piatta. Non succede niente. Niente. Niente. E' una specie di circolo vizioso: la narrazione non procede. L'unica cosa che cambia sono le ambientazioni, perché il gruppo dei Morituri anonimi si sposta in giro per l'Europa con lo scopo di rimandare il suicidio e vivere ciò che resta loro da vivere fino alla fine, ma il resto è tutto, sempre, uguale. Per restare in tema, una noia mortale.



Voto★  ★ 

Decido di dare due stelle su cinque perché nonostante l'idea originale non sia stata ben sviluppata, lo scrittore non scrive male e in più, in alcuni punti, la storia serve per ampliare la narrazione in spazi di denuncia sociale sulla Finlandia e i Finlandesi, dove tutto si svolge. 

In genere sono piuttosto generosa con le stelline, perciò capite che se decido di dare due stelline, è perché mi sono trovata ad un punto di non ritorno nel momento in cui ho deciso di interrompere la lettura. Non è neanche da me smettere di leggere un libro! In genere cerco di arrivare sempre alla fine perché sono dell'opinione che un libro abbia sempre qualcosa da dire. Ma in questo caso, non mi interessava neanche sapere se il gruppo di suicidi fosse arrivato a raggiungere il suo scopo o meno. 
In poche parole, è andata così.
C'è sempre una prima volta, no?

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