domenica 11 giugno 2017

Cosa resta di noi, Giampaolo Simi



Titolo: Cosa resta di noi
Autore: Giampaolo Simi
Casa editrice: Sellerio Editore Palermo

Trama


Guia è una ragazza nata per essere felice, di antica famiglia, scrittrice indirizzata al successo, sposata con un uomo che ama ed è pazzo di lei. Ma è in questa unione di felici che si infiltra il «lutto al contrario» del figlio mancato, come una crepa che si allarga e non si può fermare. Edo, il marito, il Narratore, segue le scene da questo matrimonio che si sta suicidando, nel letargo dorato degli inverni in Versilia, mentre Guia riversa in un prossimo romanzo tutta la sua disperazione e scrive di un tempo diverso da quello che stanno vivendo. Intorno le quiete banalità di coloro che «hanno tempo, soldi ed energie in surplus». Ma ad un tratto lo scenario cambia. Nella vita di Edo appare un’altra donna che però, pochi giorni dopo, svanisce nel nulla inspiegabilmente. La sua scomparsa diventa il caso del momento, segna l’irrompere di una realtà cieca e distruttiva nella crisi che Edo e Guia stanno cercando di affrontare. La lucida follia del circo mediatico divora torbidi risvolti in nome del conformismo e del pettegolezzo più morboso. Finché cosa resta di loro è soltanto l’assenza.
Giampaolo Simi, con la sua prosa capace di svariare dall’ironia alla tensione, riesce a raccontare di una specie di contagio che parte da una mancanza intima, fisica e spirituale, che si espande e diventa una trappola da cui nessuno riesce più a fuggire.

Recensione\Voto 

★ ★ 


(spoiler alert)

Due stelline. A vedersi sembra brutto, ho desiderato leggere questo libro sin dal momento in cui è uscito. Però è così, a ben pensarci.
Perché due stelline?
Perché ho detestato Guia. Lei incarna tutto ciò che trovo insopportabile, il tipico essere umano egocentrico che si trova su questa terra affinché attraverso gli altri trovi la propria strada. Dispettosa, viziata, disposta a passare sopra tutto e sopra tutti pur di arrivare a raggiungere i propri scopi. E questo di per sè andrebbe pure bene. Voglio dire, no. Ovviamente non va bene, però ci sono persone che nonostante siano pessime, ne siano consapevoli e si presentino agli altri come tali.
"Si, sono una cattiva persona. E allora?"
Guia no.
Guia è una presenza ingombrante e fastidiosa che neanche le zanzare in Zimbabwe . Ma come se non bastasse, non solo sembra non esserne consapevole (non  vuole esserne consapevole intenzionalmente) , per di più gioca a fare la vittima della situazione sfruttando chi le capita a tiro , facendo passare gli altri per ciò che lei è in realtà: un'opportunista senza il senso della realtà che va controcorrente solo per provare a sè stessa di avere una personalità che in molti casi dimostra di non avere. E senza una morale, aggiungerei.

Questa è solo l'analisi di un personaggio secondario, perché in realtà il vero protagonista e la prospettiva da cui viene narrata la storia è Edo, marito di Guia. In verità sono ai ferri corti, e lo si percepisce praticamente da subito. Provano ad avere un figlio che non viene perché "singolarmente non sarebbero poi così sterili ma insieme lo sono". Fanno del sesso meccanico, privo di amore, che manca alla fine anche al fuori dell'atto pratico. 

Voi potreste pensare:" Si, tutto molto bello, ma dov'è il giallo?"
Il giallo in realtà parte dalla seconda metà del romanzo, perché la prima è solo e interamente la storia di Edo e Guia, tra presente e flashbacks. 

"Si, ma com'è questo giallo?" , mi direte.
Questo giallo è un giallo che non c'è. Davvero una cosa molto divertente da spiegare e al contempo molto spiacevole. 
Spiacevole perché Edo fa del sesso occasionale con Anna, una signora sulla quarantina che lavora nello stabilimento dove lui svolge la propria professione di bagnino dal momento in cui ha conosciuto Guia (lo stabilimento è dei suoi) sulla scia della crisi con la consorte. Anna viene uccisa dell'ex, uno stalker con cui ha a che fare dal momento in cui lo ha mollato, ma a saperlo è solo Edo, che ci arriva a rigor di logica come ci arriviamo noi sin da subito (quindi no, niente giallo).

La cosa davvero divertente (ovviamente lo intendo in maniera sarcastica) è che Edo sa tutto questo, ma non dice nulla per non compromettere la situazione con sua moglie, già ai ferri corti. Quando sua moglie, per una serie di circostante paradossali, si avvicina a questo assassino, un certo Giangi, avendoci pure una storia (quindi, Edo, sei anche bello che tradito) , anche qui non fa nulla. Si infervora soltanto quando Giangi viene a prendere gli scatoloni della moglie che va via di casa dopo che crede, per una serie di coincidenze, il marito un assassino invece che Giangi, primo sospettato della Polizia che solo lei difende perché "basta con lo stereotipo che l'ex debba essere per forza un criminale". 
Questo è il motivo che fa scattare la molla di Edo.
Non il fatto che sapesse che un assassino è a piede libero.
Non il fatto che sapesse che Giangi si stesse avvicinando a sua moglie.
Ma il fatto che Giangi venisse a prendere gli scatoloni di Guia. 
Esilarante. 

Si, Edo scatta. Promette vendetta per Anna.
Ci aspettiamo una gran cosa, noi lettori. 
...
No. 

La vendetta che avrà Edo sarà quella di rovinare la reputazione di Giangi come cabarettista scagionandolo definitamente dall'assassinio di Anna . Come? Pubblicando su un giornale di gossip una lettera (in realtà indirizzata ad Edo e scritta da Anna quando era viva)  che fa passare Giangi come uno che avesse sempre saputo che in verità Anna è viva e sta bene ma avesse voluto approfittare della situazione per tornare alla ribalta come comico. 

Scagionare un assassino per avere vendetta...mi è nuova.
Fatto sta che comunque Guia e Giangi ne escono da vincenti nel tempo grazie a un'incidente avuto da Giangi, e a Guia che per la prima volta nella sua vita si occupa di qualcuno risultando come l'eroina del secolo. Scrive anche un libro a lui dedicato vendendo più di quaranta mila copie in pochissimo tempo, realizzando finalmente il suo sogno. 

Edo invece trova un altro lavoro e continuerà a vivere una vita da passivo e sottomesso, come ha sempre fatto, solo alle dipendenze di qualcun altro, questa volta.

Perché non mi è piaciuto questo libro?
Molto semplice.
  • Non è un giallo così come si presenta;
  • L'omicidio di Anna è fatto passare così sottobanco e trattato in una maniera così squallida da risultare disgustoso;
  • Scrittura rasoterra (giustamente deve rispecchiare i due neuroni di Edo);
  • Cosa più importante, per tutto il libro si evince l'opinione che Edo ha sempre avuto di Anna (o forse più in generale delle donne?) talmente bassa da non balenargli minimamente l'idea che questa donna meritasse non dico giustizia (abbiamo visto cosa Edo intenda per giustizia) ma per lo meno rispetto. Anna è un fantasma, un personaggio scomodo, un pretesto in realtà per continuare a parlare in modo diverso sempre di Edo e Guia
  • Un romanzo rosa\drammatico camuffato da giallo, per di più con dei messaggi poco raccomandabili.

Per me è un grande no. 

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