martedì 13 febbraio 2018

SERIE TV| Girls




Non ho mai parlato di serie tv in questo spazio, non perché io non ne segua o non ne abbia delle preferite. E' che forse non ne avevo mai vista una che avesse avuto un forte impatto su di me tale da spingermi a scrivere. E si, qualche volta ci si è messo in mezzo anche l'ostacolo della procrastinazione.

In caso caso, oggi mi trovo qui per parlare di Girls.

Girls è una serie tv americana prodotta tra il 2012 e il 2017 da Lena Dunham, che veste anche i panni della protagonista, Hannah Horvath, una ventiquattrenne a cui i genitori comunicano di non voler più provvedere al suo sostentamento economico, e che si troverà perciò costretta a trovare da sola le risorse attraverso cui sopravvivere.

Nasce così il viaggio grazie al quale assistiamo alla crescita di Hannah, o meglio, al suo passaggio da ragazza a donna, tra coinquiline, amiche, amori e amanti. I temi trattati sono molteplici: ricerca di sé, amor proprio (Hannah è una ragazza sovrappeso che inizialmente prova fatica ad accettare il proprio corpo) , rapporti con la famiglia e non solo.

Ciò che mi colpisce, di questa serie, è l'incapacità di classificarla. Non è una semplice commedia drammatica, è un racconto senza filtri di ciò che è davvero la vita, senza scelte o epiloghi scontati.
E' imprevedibile, vera, senza maschere. Ogni episodio non sai mai dove ti potrà portare e questo genera non solo sorprese per ogni stagione, ma anche confusione. I protagonisti, infatti, non si muovono secondo degli schemi, dei cliché che siamo stati abituati a vedere nei soliti teen drama - dove alla fine si capisce dove si voglia andare a parere  - ma è tutto una sorpresa anche per loro che sono costretti a cambiare i propri piani ogni volta che la vita li mette davanti a qualcosa di diverso rispetto a quello che hanno sempre sognato.
Quando dico che non ci sono filtri, è perché non ci vengono risparmiate certo scene o dialoghi forti, da atti sessuali ad altri temi scottanti. E' tutto sotto i nostri occhi, tutto quello che viviamo nelle nostre intimità e non diciamo, tutto quello che é sempre stato generalmente omesso dalle camere, ci viene presentato nella più assoluta trasparenza. Forse è proprio questo che mi ha sconvolta di questa serie: il fatto di non essere finzione.

E' un'esperienza particolare, inizialmente sconvolgente, come dicevo (anzi, non smette mai di esserlo) e spesso confusionale, ma alla fine tutti i pezzi tornano al proprio posto. Chiuso l'ultimo episodio, la sensazione che si prova è quella di esser stati scalfiti dentro da tantissimi piccoli pezzi di vetro. Perché il punto da tener presente è che questa serie non punta sul lieto fine, la storia d'amore o il coronamento dell'amicizia eterna, ma ci racconta di una fase della vita che porterà Hannah dall'essere ragazza all'essere donna. Questo comporta delle scelte che lei fa per sé, delle scelte che altri hanno fatto per loro stessi, e quelle che ha fatto la vita per loro. Dei pezzi che si lasciano per strada; altri che si trovano lungo la via.

Credo che questo aspetto sia stato fondamentale per capire perché Girls abbia catturato migliaia di telespettatori sulla HBO in quegli anni, e sul perché la prima stagione abbia vinto due Golden Globe nel 2013 per Miglior serie commedia o musicaleMiglior attrice in una serie commedia o musicale per la Dunham.  
Sul fatto che ci sia stata qualità, sia da un punto di vista direttoriale che attoriale, lo possiamo certificare anche in questi giorni. Adam Driver (nella serie Adam Sackler) è adesso uno dei principali personaggi della nuova trilogia Star Wars (Kylo Ren), candidata anche agli Oscar in ben quattro categorie tecniche nel suo ultimo episodio The Last Jedi, mentre Allison Williams , nei panni di Marnie Machels, è una delle protagoniste di Get Out, pellicola a sua volta candidata in quattro categorie agli Academy Awards.

E la Dunham che fa?
La Dunham, invece, sta tornando in corsa con una nuova serie Camping (sempre per HBO) in cui potremmo vedere prossimamente Jennifer Garner nei panni di una delle protagoniste per la prima volta dopo dieci anni.

sabato 3 febbraio 2018

Ultime letture #3

L'ultima volta mi sono trovata bene a parlare delle mie ultime letture secondo questa metodologia, e da ora in poi credo sia proprio in questa maniera che procederò.
Ecco a voi le mie ultime letture, non più divise per mese, ma scandagliate in ordine cronologico dalle ultime discusse senza una precisa collocazione temporale. Iniziamo!




L'amante giapponese, Isabel Allende
Feltrinelli, 9.50€
★ ★ ★ ★ 
Una storia d'amore che trascende il tempo e che coinvolgerà tutte le persone intorno Alma Belasco e Ichimei. Li seguiremo da bambini, li vedremo crescere e conosceremo le loro famiglie, i loro amori e il percorso che li porterà insieme alla scoperta di chi siano davvero.
Quello che mi ha colpito di questo romanzo è stata la capacità della Allende di isolarmi da tutto, di portarmi con la testa (e il cuore) prepotentemente sulle pagine, e coinvolgermi in un viaggio ricco di vivide emozioni. Il tutto anche grazie alla sua penna, limpida, semplice e magica.





Piccoli racconti di misoginia, Patricia Highsmith
Bombiani, 7.50€
★ ★ ★ ★ 
Sapevo la Highsmith sarebbe stata una bellissima scoperta. E così è stato.
Con questa raccolta di racconti, la Highsmith ci parla delle donne. Ma non delle massaie, delle brave mogli o buone amiche, bensì di quelle astute, perfide, senza scrupoli che si nascondono dietro un bel visino d'angelo.
Il tutto incoronato da una scrittura sarcastica, pungente e magnetica.
Tra i miei racconti preferiti: "La mano", "La puttana patentata, ovvero la moglie" e sopra tutti "La fattrice", sconvolgente.





La donna di scorta, Diego De Silva
Einaudi, 10€
★ 
Ho sempre avuto degli incontri felici con De Silva, da Non avevo capito niente a Mancarsi.  Però questa Donna di scorta mi ha lasciata piuttosto perplessa.
E' la storia di Livio, tipico uomo sposato che per sentirsi ancora virile tradisce la moglie con una ragazza che incontra un giorno per caso tra le vie della città, Dorina. Ho trovato l'approccio alla storia piuttosto maschilista, perché Dorina è davvero la donna di scorta di Livio, che nel frattempo continua la propria storia con la moglie,non mancando certo di servirsi dell'amante per nutrire il proprio ego. La scrittura di De Silva, poi,  non l'ho trovata così brillante, ma troppo indaffarata a giustificare un Livio indifendibile.




Cortesie per gli ospiti, Ian McEwan

Einaudi, 10€
★ 
Primo approccio con McEwan. Mi aspettavo meraviglie, ma così non è stato.
E' la storia di una coppia in vacanza in una città non precisata, incastrata tra la propria routine e i tentativi per uscirne, dopo tanti anni di convivenza insieme.
A rendere il tutto più movimentato arriva l'incontro con un'altra coppia del posto, che porterà scompiglio e a un epilogo del tutto inaspettato della vicenda.
Ciò che non mi ha convinta è stata la storia, troppo confusa, e la penna di McEwan, che non si sapeva benissimo dove volesse andare a parare. Anche se devo ammettere sia piuttosto bravo nelle descrizioni, questo non è certo servito a salvare il romanzo; almeno, per questa volta.